Reportage della prima tappa toscana di Road to #SIOS19 di Startupitalia, dove si è parlato di venture capital, aziende innovative e nuova occupazione.
#SIOS19 di Startupitalia, gli investimenti aumentano
Partiamo da un numero: 500 milioni, o mezzo miliardo. Di euro. Tanto è stato investito nel 2018 in Italia nelle startup e scaleup. Tanto? Poco? Poco, se paragonato a ciò che si fa per esempio in UK (7.7 miliardi di €) ma tanto rispetto all’anno prima, il 2017, quando gli investimenti italiani furono 136 milioni di €.
Quello che interessa a noi è che il movimento delle startup è finalmente partito ufficialmente anche nel nostro Paese e soprattutto che occupa 55 mila persone. Si tratta di professionalità ben remunerate, di sicuro futuro, molte delle quali totalmente nuove, più spesso in mano a giovani. Basterebbe questo per far notizia in un Paese col tasso di disoccupazione giovanile al 31,9% ma non lo fa. Molti dimenticano che startup è sinonimo di azienda, per di più innovativa e ad alto potenziale, e, visto che i posti di lavoro li creano le aziende, trascurano così una bella fetta di occupazione, di lavoro molto importante per il nostro Paese.
Road to #SIOS19 di Startupitalia: i protagonisti
All’auditorium del museo Piaggio di Pontedera mercoledì 10 aprile si sono incontrati investitori, ricercatori e startupper per la tappa pisana del Road to #SIOS19 di Startupitalia. In questa occasione tanti protagonisti dell’innovazione hanno fatto capire quanto grande sia l’impatto delle imprese innovative e ad alto potenziale sull’occupazione italiana. Alcuni esempi aiutano a mettere a fuoco la prospettiva, e hanno numeri che parlano da soli.
Hubble
Prendiamo il caso di Hubble il programma di accelerazione di Nana Bianca a Firenze, che conta ben 50 aziende attualmente con 4-5 addetti ciascuna. Hubble ogni anno mette in pista 10-15 nuove aziende. Mentre per altre ogni anno viene curata la exit i cui proventi contribuiscono ad accelerare nuove aziende che entrano e così via.
Viralize
Un nome per tutte: Viralize , fondata da un team di ingegneri laureati all’Università di Pisa, che ha sviluppato una tecnologia avanzata per le inserzioni video pre-roll, in 5 anni ha conquistato il 76% del mercato italiano ed europeo ed ha appena fruttato una exit milionaria di 16 milioni di euro. La particolarità del programma Hubble è che viene richiesto alle aziende partecipanti di avere la sede legale a Firenze. Insomma uno degli obiettivi è che l’eventuale ricaduta in termini occupazionali dell’investimento resti il più possibile sul territorio che l’ha pagato. Un’ottima cosa!
Medical Microinstruments (MMI)
Sempre in tema di relazioni tra territorio, innovazione, investimenti milionari e occupazione un’altra bella storia è quella di Medical Microinstruments (MMI) raccontata a Pontedera da uno dei suoi fondatori, Massimiliano Simi e dal prof. Paolo Dario, direttore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna e del Polo Sant’Anna Valdera. Giuseppe Prisco, ex allievo di Dario al Sant’Anna di Pisa, anni fa è stato un ‘cervello in fuga’ in Silicon Valley, dove ha contribuito allo sviluppo del robot chirurgo ‘da Vinci’, di Intuitive Surgical, uno dei robot per la chirurgia più diffusi nel mondo. Ha fatto carriera, ha avuto grandi responsabilità poi al momento di metter su famiglia con la moglie neurobiologa ha pensato bene di tornare in Italia, a Calci, vicino Pisa dove assieme proprio alla moglie e a Massimiliano Simi, allievo del Sant’Anna, ha fondato MMI grazie ad un primo finanziamento di 500K € da parte di un gruppo di business angels tra cui alcuni Alumni Sant’Anna.
L’azienda parte e sviluppa i primi prototipi di un robot per la microchirurgia che consente di fare nuovi tipi di interventi che la concorrenza ancora non fa. Nel 2018 arriva un round di finanziamento di 20 milioni di € che consente a MMI di continuare a crescere, perfezionare le tecnologie e soprattutto di assumere personale super qualificato. Al momento in MMI, a soli tre anni dalla fondazione, lavorano 40 persone e il business promette molto bene. Formazione di eccellenza, attrazione del territorio, networking, investimenti di venture capital ed ecco una nuova azienda che opera nel mercato mondiale della microchirurgia robotica.
Artes 4.0
Paolo Dario non è solo il direttore dell’istituto di BioRobotica del Sant’Anna, è anche il direttore scientifico di Artes 4.0, uno dei Centri di Competenza selezionati dal Ministero per lo Sviluppo Economico nell’ambito del Piano Nazionale Industria 4.0. Il coordinamento di Artes 4.0 è a Pontedera ma il suo ambito è nazionale grazie alle numerose sedi diffuse in 7 regioni italiane (oltre alla Toscana, Liguria, Marche, Umbria, Lazio, Sardegna e Sicilia).
Come funziona e che cosa fa Artes 4.0? E’ stato proprio Dario a spiegarlo dal palco dell’auditorium del museo Piaggio di Pontedera. Artes 4.0 mette insieme in rete Università, Enti di Ricerca, Aziende, Fondazioni per fornire innovazione alle imprese. In particolare le competenze di Artes 4.0 sono incentrate sulle soluzioni di manifattura avanzata, quindi robot, realtà aumentata, manifattura additiva 3D, manutenzione predittiva e la formazione su tutte queste tecnologie.
Quelli elencati sono tutti componenti della smart manufacturing che è ciò che serve alla grande manifattura italiana per continuare crescere e creare posti di lavoro. Artes 4.0 sta partendo proprio in queste settimane e concretamente è in grado di erogare fino a 200.000 euro di co-finanziamento alle imprese selezionate che presenteranno progetti di innovazione. Scommettiamo che i 55 mila addetti attuali delle aziende startup italiane l’anno prossimo saranno molti di più?